sabato 31 ottobre 2009

Mommy can i go out to kill tonight?

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C'è chi ha bisogno di festività per sentirsi un giorno più spaventoso rispetto al resto dell'anno e chi no. Questi ultimi vivono con il presentimento, perturbati ad ogni attimo e ad ogni gatto incrociato all'angolo, tragugiando vizi e manie mica da poco se si contano le merendine ingoiate (e quelle non digerite) alla fine della giornata. Ora, di questi tempi moderni, i mascherati sono soliti quella notte bussare alle porte, recitare domande che già presuppongono ad un'unica e solita risposta, intagliare zucche a scopi ornamentali. Essi sono soliti conciarsi nemmeno fosse Carnevale, lasciarsi cariare denti e gengive per qualche ora considerando tale resa temporanea un gesto di insensatezza da non ripetere. Come spiegare loro che di certe visioni, musiche e letture il mondo è pieno anche nei residui (agli occhi di questi) trecentosessantaquattro giorni? Servirebbe un lavaggio del cervello, o comunque un lungo processo curativo o infettivo (dipende dai punti di vista) per riuscire nell'intento, ma la ricetta quì pronta, in quattro e quattr'otto preparata, vuole essere un semplice invito, visto per gelidi risvegli e lucidità perse, divorate da un'angoscia implacabile a "suggerimenti" disintegrati. Vuole essere una condanna bella e buona, un sunto del sopracitato lavaggio di cervello improponibile così poco distanti da celebrazioni e uscite fuori porta solo un pò più macabre. Quindi bando alle ciance e si cominci con l'argomento primo, quello di ambito musicale con le proposte che, mai sole, sono sempre accompagnate da suggestioni raccapriccianti che bruciano quanto marcate a fuoco nei pensieri desti di uomini stabili all'apparenza ma inquilini di uno specificato senso d'incombenza su se stessi. Esorcismi impraticati, bagni di sangue, occulte presenze e trapianti non propriamente riconosciuti sono le immagini portate a galla dai beneamati Paper Chase, incubi materializzatisi realtà in catastrofi riempite di musiche orchestrali che, stonate, aleggiano di gotico fra schiamazzi vampireschi e archetipi cantati continuativamente. Stessi motivi, salubri per l'atmosfera strettamente narcisa e biologica, pervadono i testi delle sorelle Ghost Bees, spettrali nel nome e nel suono monolitico, costruito su di un intreccio di corde e mandolini stridenti ma persuasivi, immobilizzanti. La playlist potrebbe continuare in (deviate) direzioni: una, quella della poesia aggressiva e medievale che rinvia ad una sola sigla ahimè inscindibile (MCR); un'altra, rivolta alla scelleratezza meno onirica, più cruda, fredda e pungente di mente Mac Blackout (proseguendo sugli orizzonti nuovi e appena solcati di Slim Twig); e ancora sfilando e pogando sugli incauti ritmi di Jay Reatard, su quelli più tenebrosi (e hardcore) dei Misfits, concludendo con lo scherno indirettamente pronunciato e interpretato da Hatcham Social e Horrors. Il secondo campo, impossibile da non nominare quando si trattano certi argomenti, è quello della cinematografia, sempre più estrosa forma di rappresentazione di racconti da caminetto. La visione del giorno, su illustre consiglio, è stata "Il Mistero Di Sleepy Hollow" di Tim Burton, in cui streghe e scenari decadenti avvolti da una fitta caligine sinistra la fanno da padrona, farcendo i risvolti intricati dalle soluzioni prevedibili di cadaveri maleodoranti e scimitarre sguainate. Le altre raccomandazioni, decisamente più affettive, riguardano i sempre cari "The Others" di Amenábar e "The Shining" del maestro Kubrick: differenti trasposizioni cinematografiche, entrambe di mio gusto (e ai vertici delle preferenze) perché ambedue basate sulla considerazione fondamentale dell'edificio in sé come causa radicata del male. Con quest'ultimo sbalorditivo concetto il collegamento alle eccellenti letture, che rientrano nel terzo ed ultimo ambito, di E. A. Poe è immediato: narrazioni curanti fino al minimo dettaglio dell'introspezione di protagonisti immersi in paesaggi vibranti, effettivi ma di dati resi vacui da apporti puramente al di là di ogni collocazione geografico-temporale, sfiorando l'ignoto. Non solo impressionano ma avvincono anche, catturando l'attenzione di un lettore avventuroso e coraggioso quanto basta.

Con la speranza di invogliare qualcuno a non abbandonare tali premesse non mi dilungo oltre. Ognuno si goda la propria serata di Halloween, sia essa vissuta da protagonisti o da mere pedine di operazioni commerciali.


Music by: The Paper Chase, MCR, Ghost Bees, Misfits, Jay Reatard, Mac Blackout
Photo by: celagiochiamoacarte?

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