venerdì 16 ottobre 2009

Declaration of dependence.

He and His shadow da Sandra_R.
La scuola era una discarica abusiva di idee poco immacolate, di rivendicazioni, di cospirazioni, della quale io facevo parte. Questa musica per fortuna esula da tutto ciò, suonando come il vento che solca e increspa quel poco le acque consistenti che paiono presenti e mute all'osservanza di leggi elaborate e delle loro potenziali sovversioni. La leggerezza di un viso stupito in foto; ecco ciò che servirebbe. Ecco ciò che mancherebbe. Perché la formula per loro mai è cambiata, mentre giunge per me alitando ancora secondo temperature miti ma di una freschezza unica, impareggiabile pure al nord. Così una serie di chiavi ne apre una di lucchetti, il Sole scende per un nuovo appuntamento chiamato Inverno, le persone, poche, ammirano e commentano lo spettacolo adiacente con parole di lingue diverse, mai le stesse seppur simili e somiglianti. Ma il mio vago pensiero, dopo queste adatte constatazioni, paradossalmente si dirige e fa ritorno a quella foto, di mia mano anche se sprovvisto di conoscenza e perciò di angolazioni da poter sfruttare e di tecnica, in quel sogno che così esperienziale si colora ancora nei minimi particolari di lentiggini e di occhi non azzurri ma blu come quello stesso mare. Sembra che il mio mondo, con questi accordi di sottofondo ('Mrs Cold'), non conosca malattia, sia fatto solamente di sorrisi condivisi in pomeriggi liberi e consista soltanto in un momento: questo, quello che vivevo ieri, immaginato oggi insieme a te, mai realizzato. Sono parole poco costruite perché semplici descrivono una realtà fatta su misura, ispirata da cicatrici che ieri erano poesie ('24-25') e non bruciavano, ma venivano scritte in solitaria, sotto l'ammirazione generale di chi, singolo o in coppia, capitava lì per caso e, colpito, cambiava i suoi programmi o forse la musica lo faceva per lui. Si ascoltava ('Boat Behind') ma soprattutto si osservava ('My Ship Isn't Pretty'), mentre la mente disegnava il resto, così succintamente reso perché troppa la vastità di questa creazione, perché ci vorrebbe arte che sento solo di poter sfiorare incautamente. Per molti è un finale passabile per idee consumate a non far niente, a vivere essenzialmente e in verità, lontani da ciò che accade al di là di quell'orizzonte. Per me invece, è la parata iniziale in una spiaggia vuota, riempita di storie flessibili, per questa volta, per una volta, decise per intero dai protagonisti con l'aiuto spontaneo di una compagna speciale. La mia storia dura due giorni e forse ogni qual volta risuonerà quest'indomabile riflesso in cui galleggia uno sguardo sorpreso con l'attenzione a me rivolta, con la complicità mai provata che d'un tratto sovviene ed emoziona almeno quanto nella realtà.


Music by: Kings Of Convenience
Photo by: Sandra R.

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