giovedì 8 aprile 2010

Happily ever after.

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Esistono alcuni episodi che, unici, lasciano addosso una commozione e uno sconforto tali da far risaltare la pochezza della propria vita, intera o attuale che sia. Essi dispongono di un'intensità talmente elevata da rendersi indispensabili, portando il sottoscritto a una possibilie avidità e non di meno a una concreta dipendenza da seconda visione nell'immediato. Sono fatti per essere incanto, per manifestarsi sogno di chi assiste a questo concerto di musiche, espressioni e immagini, di chi per settimane non aspetta altro che il risultato esatto a fine puntata, con tutte le variabili e le costanti del caso, con lo stupore stampato sulla faccia allo scadere dei secondi, quando ormai, ancora oggi, c'è chi scorda tutto questo in funzione di una conoscenza presunta e spacciata per troppo matura. Pari passo con la realtà, meno luccicante sopraggiunge l'estate o comunque la stagione calda dopo il gelo di certe introduzioni al buio, e lo fa secondo le sue maniere e i suoi colori tipici, persino secondo i suoi immaginabili profumi qui avvolti nel mistero che si srotola come un tappeto purpureo ricco di (ri)soluzioni o quanto meno di indizi, sempre e solo di contorno al fascino irresistibile di una scatola magica. Non soltanto più incontri "accidentali", ma ricordi e addirittura prove del fatto che il destino è uno solo, anche per tutti quelli che cercano di evaderne finendo solo per rimandarne l'appuntamento. Termina in questo modo il capitolo della storia più bella mai scritta, con l'affidamento di un nuovo compito nelle mani proprie di chi già una volta era solito salvare il mondo schiacciando un pulsante. Con le medesime apparizioni si conclude dunque (o quasi) lo stremante ciclo di viaggi nel tempo, soccorsi e rincorse facenti parte del trascorso di un uomo, il cui finale si preannuncia inedito, globale e comunque ricco di nostalgia. Adesso agli sgoccioli, più affezionati che mai, in esaurimento verso l'ultimo tremore.

Music by: Michael Giacchino
Photo by: ABC