domenica 22 novembre 2009

The make up the break up.

http://fc02.deviantart.net/fs44/i/2009/123/4/a/upside_up_by_siLEnt_hEArtaCHe.jpg
Questa composizione potrebbe richiamare a sé miliardi di interpretazioni nonostante la sua soluzione finale sia una e una sola: la rottura. Tant'è, "geniale", la divisione in parti. Io prendo in esame il male, di come esso nasca, cresca e inevitabilmente muoia un pò dappertutto. Ed è una parabola di sviluppo inversamente proporzionale al gradimento/godimento del paziente che, insaziabilmente compiaciuto dalle atmosfere di calda e passionale riscossa occupanti il finale, si riconosce già un pò involontariamente schierato dalla parte dei buoni. La partenza è infatti una pozzanghera di assemblamenti, storpi il più delle volte, ribollenti, in una fase di cottura ributtante, ancora inadatti alla funzione di sostegno almeno saltuariamente agognata quando è la tenebra a calare. E' un motore lento a carburare e che smuove solo al primo taglio, quando i battiti, adesso compatti e stellari, innescano la danza così com'è, lasciva e spontanea, movimento indifferenziato che percuote qualunque corpo si trovi nei limiti prestabiliti di questo covo, pari a un comando, a un'esigenza, a un riflesso incontrollabile. Dunque si fa notte in un baleno, nonostante le intonazioni siano differenti e riconoscibili anche internamente, sfumate a causa del sapiente impiego di chitarre elettriche (?) e altre trovate ricercate del caso. L'ombra maligna è maturata e, nel mezzo, prende voce, il cui timbro è femminile, ammaliante, posseduto. L'influenza che essa esercita è micidiale, mai imbarazzante perché non lascia sopravvissuti, quando, sulla spiaggia, sembra ormai una menade a dirigere le ostilità, dando prosieguo a questa musica sempre più muta, debole e meno soffocante. Il male sta forse svanendo? Sì. Esso è una medusa al sole, si scioglie flemmaticamente, senza opporre resistenza, mai però abbandonandosi ad una fine precoce. Gli ultimi sibilli anticipano una chiusura che sa di gloria. La mia preferita nonostante anche io avessi preso parte al rito settario di prima, ora nemmeno più un ricordo perché purificato. Ci sono voluti degli eroi per distogliermi dall'incantesimo, per liberarmi dalla perdizione incausata, giunti dal nulla, forse incamminatisi da oltre la selva, con poche armi e compagni al seguito. Quella che ritornerà alla mente solo come un'allucinazione giunge a termine senza che il suono smetta di allietare il nostro spirito, ancora a rinvenire sotto la luce del meriggio. Ora la spiaggia, appena poco fa luogo dimenticato e scenario sconsigliato, pullula di gente pronta a godersi il gaudio del proprio tempo libero. Ma questo è un altro disco.

Music by: Bruno Pronsato
Photo by: Silent Heartache

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