domenica 8 novembre 2009

Yes, i treat you like my mother.

Alison Mosshart da Ren Rox.
Come preannunciato, hai fatto talmente tanto con così poco che la tua immagine ha eclissato completamente il resto dello sforzo, sostenuto anche da altri tre che insieme paiono maestri dell'esibizione, questa volta però scivolata su di un piano secondario. Quasi non mi era mai capitato di concedermi al sonno preparandomi a (ri)sognare determinate circostanze per poi andarci così vicino. Avendo quindi perso il conto delle volte di questa settimana e non considerando, o semplicemente non confondendo l'anelito spremuto fino in fondo con un curioso potere del quale potrei sentirmi dotato, il nesso si rivela nuovamente identico. Così come ti ho ammirata poche ore prima mi sei apparsa in sogno: bellissima, reale, padrona e comunicativa, solo più interessata ad un soggetto inferiore, spento e appeso a un filo come me, pienamente informato della tua dotazione di forbici e armamenti vari volti alla mia distruzione, che equivale al risveglio piacevole, ma impacciato per rilasci in piena regola, di questa mattina. Il vederti epilettica e semicosciente con le mani intorno alla bocca ha fatto nascere in me tanta preoccupazione quanto è stato il sollievo rischiarato dal finale, momento in cui l'espressione mansueta amabile di sempre è tornata indelebile e angelica più che mai. Non c'è termine più adatto per descrivere quella di ieri sera come la conferma della tua apparenza e delle mie avveniristiche impressioni innamorate. Nella fantasmagorica creazione ancora vivida e in memoria sedentaria, fra carezze (sostituite a quelle scambiate e profuse un pò ovunque) e lingue anglosassoni captate (perché tradotte?), la differenza fra di noi emergeva uguale, con te che mi dicevi di essere una rockstar poco disposta a prenderti cura di un tipo sprovveduto e volendo buffo come me, servo di un appagamento autolesionista e con la moina sempre subito pronta. Tutto quanto prevedibile e già scritto da qualche parte, senza alcun rammarico per mancate consolidazioni da fiaba, ma anzi con il tepore ancora addosso di un rapporto veramente ravvicinato (avvertivamo entrambi buone vibrazioni dal nostro contatto). E' mia intenzione, di conseguenza, non mischiare quest'indimenticabile esperienza con simili condizioni precedentemente stabilite e imposte evitando il garbo da te concedutomi, perché la qualità di certe parole sarebbe questa volta pleonastica, perché rivedo le nostre azioni e immagino quella tua di adesso così lontana e autonoma dal mio mondo che quasi, scriverne a riguardo, mi fa sembrare più imbambolato del solito. Quel che rimane costante, realtà o parvenza che sia, è però il tuo ultimo sorriso, formula invariata e invariabile su cui poggia il mio desiderio, così bello che anche se impraticabile, addirittura proibitivo, si mantiene comunque irrinunciabile.


Music by: The Dead Weather
Photo by: Ren Rox

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