mercoledì 16 settembre 2009

Beyond here lies nothin'.

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Chi s'aspettava il lieto fine e la pronta risposta per una nuova stagione l'anno prossimo, rimarrà accontentato nel vedere che al di là di questa, già intrinsecamente fantastica, suggestiva realtà non c'è nulla. Una grossa bufala, tanto per restare in tema? Non ci conterei molto. La soluzione, come già largamente e personalmente anticipato da puntata nove, è fin troppo semplicistica e "inevitabile" per la qualità e l'efficacia di certe immagini e di certe trame. Sinceramente, con tutti il rispetto per l'inarrivabile Eric, dell'imminente e succinto duello fra vampiri per chi la farà propria (Sookie), poco mi può importare: il vampiro Bill è delizioso a esagerati livelli umani (vedi l'eroica collaborazione con il Merlotte di turno, ancora una volta salvagente encomiabile di tutti); Sookie è guarda caso illuminante, e stare con un tenerone del genere quasi ne limita le sue potenzialità (a far fuori Rene e baccanti varie è sempre stato qualcun'altro); mentre per quel che riguarda lo slanciato ed ammaliante svedese, come già detto, spettrale è e spettrale ('Black Plant') manterrà la sua inibizione. Detto ciò per vampiri che mai come in questo momento deludono le aspettative, a confronto con mangiacuori dal sangue repellente, mutaforma incalzanti e ancora non del tutto inquadrabili dotazioni telepatiche in involucri umani?, parole dal medesimo peso vanno a personaggi dalle mentalità facilmente labili. E' infatti cancellato con ogni futura probabilità di ribalta il dubbio per cui Jason, sempre più in versione rambo ultimamente, possa davvero essere luccicante quanto la sorella, stessa cosa per Bellefleur e Lafayette, ancor più screditati da questo finale. La criminalità innegabilie di Eggs e le controversie amorose (fra Jessica e Hoyt e non) alzano il tiro, ma quella che rischia di diventare la "best scene ever" (in due stagioni di sovrappesata libidine, fantasia e quantità di sangue), sorpassando addirittura taglio-cottura e degustazione di cuore umano comprensivo di combattimento e lotta coniugale, è l'epilogo di un'alba di malvagità. L'incontro fra Maryann, ancora in estasi, e il suo sacrificio bovino, nonchè shapeshifter Sam, è un chiasmo di reazioni, un contrasto di intenti e di colori: l'avorio della pelle di un toro così perfetto e bellissimo, e la penombra di una menade sposa; l'inganno circolare che ne deriva e il farsi beffa l'uno dell'altra, per chiudere la questione, una volta per tutte. Morte assicurata e prevedibile per una figura che rasenterà un fascino impareggiabile per molto tempo. L'entusiasmo stando agli ultimi minuti di puntata dodici è scemato, ma non ci vorrà molto per riottenere da parte mia nuovamente coinvolgimento emotivo e credulità cronica.

Music by: The Last Shadow Puppets
Photo by: HBO

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