giovedì 14 gennaio 2010

Not climb.

Jay Reatard  da MateusMondini.
Se qualcuno oggi, come ieri, mi domandasse quale artista preferirei sentire dal vivo, risponderei (con le dovute eccezioni del caso): Jay Reatard. Testimone qualcuno a cui l'ho detto e la cui replica è stata: "Ha appena suonato a Bologna". Peccato, che vi fosse del territorio non facilmente valicabile a separare lo spettatore dallo show. Peccato che qualcuno mi faccia notare all'istante del suo esser deceduto direttamente nel sonno. Ora poco importa se piace spacciare dediche come questa per piaggeria da groupie, fino a prima dell'estate un solo nome pesava come uno scoglio e pativo paura ad avvicinargli altri simili, in seguito l'istrionismo pareggiato da alcuni mi ha fatto garbare l'idea di una scena niente male, grottesca e tanto stramba (nel senso di pazza) da non essere mai sicuri e restare sempre incerti sul prenderli seriamente. Sbrigativo il più possibile, a partire da quel periodo, e nei supermarket in circostanze di assoluta apatia soprattutto, le giornate le passo accompagnato da un amico immaginario in più, evocabile a mio piacimento con un click (play), e, nell'esigenza, d'ora in poi le trascorrerò uguali a maggior ragione. E' però un'enorme remora ad accettare la notizia alla quale quasi non credo tuttora. L'occasione, in compenso (se così può definirsi), mi offre l'opportunità di celebrare e al tempo stesso impiegare tale sagoma per una limpida dimostrazione di quel che precisamente intendo quando individuo qualcuno come mio verosimile amico. Diverso dal sottoscritto, ma di un bonario (non fatevi fregare dall'antipatia che suscita nell'assomigliare fisionomicamente a Grignani) che rinuncerebbe a lussi e comodità pur di non avanzare uno sgarbo che conta e aggiunge calibro; e poi mi offrirebbe tante di quelle birre nel modo giusto che è proprio quello che ci vorrebbe per sentirsi, come dire, un pò meno spettatori e più assistenti, per lo meno. A portata di mano, l'ideale. Questo, non un ossequio ma piuttosto un bel modo per continuare ad ascoltare la tua musica con entusiasmo identico e con l'esaurimento che da qui in avanti di tanto in tanto si paleserà.

Troppo tardi, il segno lo hai già lasciato.



Music by: Jay Reatard
Photo by: Mateus Mondini

1 commento:

  1. Oh Seba, sono Carro! Allora alla fine sei andato a Stoccolma? :D

    Appena mi vedi collegato a msn prova a scrivermi che avrei bisogno di parlarti (riguardo Stoccolma, per l'appunto). Oppure aggiungimi a facebook (Lorenzo El Carro)!

    A presto, have a good luck!

    Lorenzo

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