martedì 15 dicembre 2009

A basterd's work is never done.

http://l.yimg.com/k/omg/us/img/c5/43/1048_728193950.jpg?y=660&x=616&q=75&n=0&sig=Jn9U3pwyNozX_yO8IB.Tpw--
Per rendere in parole il giusto merito sarebbe doveroso annoverare i pregi uno ad uno, in quella che finirebbe per essere nominata una scheda, alquanto, tecnica. Molto meglio l'introspezione; quella del tutto personale, soggettiva e miope che guida spesso e volentieri queste descrizioni, che paiono capricci il più delle volte. Quindi tralasciando tutto quel che di "tecnico" possa emergere da una visione come questa, dirigersi verso i cari, miei, "capisaldi", sembra poter rivelarsi reciprocamente utile al mantenimento di un'immagine non proprio così riprovevole quanto potrebbe facilmente balzare alla mente in questione. Quest'abbinamento non vuole pertanto essere il principio, o meglio il secondo capitolo, di una prominente successione basata sul mutuo confronto, o scambio di munizioni, bensì una consueta dedica avente quali personaggi principali il colonnello Hans Landa e il tenente Aldo Raine: differenti personalità allo sbaraglio dalle buffe qualità carismatiche, tutte riconducibili a sfere di appartenenza ben lontane da quelle comunemente considerate come dalla moralità ammirevole, o dal fascino sinistro e misterioso perlomeno. L'acume da un lato, imbastito da una certa correttezza di toni, gesti e parole che d'altro canto della bieca e scarsa ipocrisia ("mai tenere il piede in due scarpe") si figurano i copritori; la banale inadeguatezza dall'altro, che, anche in questo caso, porta sulla scena le tinte grottesche e caricaturali di una macchietta irresistibile. Due soggetti a raffronto, ma anche due (le due massime) posizioni in cui l'uomo può incappare nella realtà mai tanto vicina così scenicamente resa. Ardua si presenta la scelta per simpatia dimostrata, non tanto a colpi di cannone, quanto a beffarde e spassose espressioni facciali, che portano a millimetrica distanza dall'immaginarsi amico, meno hollywoodiano, di qualcuno e di qualcun'altro. Più facili, perché direttamente servite, risultano invece l'encomiastica premiazione e l'imprescindibile condanna; e qui si arriva al succo della questione (e della storia). Molti conoscenti hanno tentato di rinnegare un ricco insieme di direzioni, di leggi e di ordinamenti fatti a persona, acquisito e diligentemente impiegato quando la realtà delle cose, vista da questi occhi, non coincideva pienamente con quella vista da quelli. Questo insieme prende il nome di codice, e per quanto possa essere trasgredito, in momenti di mera auspicabilità a un qualcosa di "esotico", finisce sempre per tornare utile, per essere mantenuto intatto, infrangibile, come una specie di ancora di salvezza. Questo una volta che se ne possiede uno, o almeno uno conformato e completo. Il possessore (primo) di tale codice sì, farà sorridere, perché in mani meno sagge proprio non poteva capitare, ma è anche il giusto dazio all'inganno impersonato dall'apparenza, fottuta iena canaglia per stupidi cani da guardia ai quali la si fa sotto il muso. Agli accesi, desiderosi di un giudizio meno criptico dovrà bastare l'ordine totale delle cose (ri)stabilito.

Music by: Inglourious Basterds Motion Picture Soundtrack
Photo by: Yimg

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